Il vero valore della storia

Poche cose rendono la vera essenza della Storia. Poche cose la trasformano da un ammasso di date a Storia dell’esperienza umana, vero racconto dei fatti degli uomini, dei loro modi di affrontare la vita, dei loro grandi errori. Sentir parlare donne come Liliana Segre o Goti Bauer è una di queste.
Il 2012 è il terzo anno consecutivo dell’iniziativa dedicata al Giorno della Memoria, organizzata dal Conservatorio di Milano “G. Verdi” tra 26 e 31 Gennaio. Intervenuti, oltre alle due sopravvissute al lager, lo scrittore Nedo Fiano, anch’egli reduce da Auschwitz, e Ferruccio de Bortoli, direttore del Corriere della Sera. Il colloquio con i testimoni dello sterminio nazista, rivolto soprattutto alle scuole, diventa doppia testimonianza: il ricordo del genocidio nazista ravviva non solo il dolore, ma anche la coscienza che quegli eventi sono davvero avvenuti, vicino a noi, nel nostro mondo. Quei fatti non sono più parole su un libro, tutto sommato marginali, relegate al passato: le parole di Liliana Segre ci fanno capire che la strada per la follia di massa è sempre aperta, anche e soprattutto quando nessuno lo sospetta.
Nell’Italia del 1938, nella Milano di Liliana, sembrava impossibile che “una famiglia ebraica laica, italiana da sempre” potesse essere deportata, condannata a lavorare e a morire in qualche anfratto dell’Europa dell’Est. Il tragico sviluppo dei fatti ha però smentito l’apparenza. E ora, dopo più di settant’anni, la stessa domanda continua ad echeggiare nel tono, nei modi, nell’espressione dei sopravvissuti: “Perchè?” Perchè è successo questo? Una volta che si sono vissute queste cose, chiederselo è inevitabile. Quando l’assurdo entra nella vita, quando si rimane nudi, al freddo di una stanza, le scarpe in un angolo, uomini che agiscono, danno ordini, percuotono, senza un senso: è questa l’essenza dello “stupore” tante volte nominato, da Primo Levi come dalla stessa Segre.
Solo dopo aver capito l’essenza di questo stupore si può comprendere la forza e l’importanza di queste testimonianze, testimonianze di persone che cercano di comunicare, di rendere altr individui partecipi del paradosso della vita.
Il genocidio ebraico non è certo stato l’unico genocidio della Storia, né l’unico meritevole di essere ricordato. Per noi, però, è uno dei pochi che è ancora fuori dai libri, uno dei pochi che può essere “toccato con mano”, preso come fatto. Ed è per questo che esso ha un’importanza enorme: questa tragedia ci ricorda tutte le tragedie, ci ricorda che “questo è stato” non una volta, ma moltissime. E che potrebbe tornare ad essere in ogni momento.
Il male è banale, come ci insegna Hannah Arendt: esso non si presenta con grandi turbini, ma in maniera sottile, sfruttando le debolezze comuni a tutti gli uomini e a tutte le epoche. Forse, è questo il vero valore della Storia, che non è un elenco passivo di fatti, ma analisi della natura umana.
Citando Primo Levi, “ricordate che questo è stato”. Per ricordare che può tornare ad essere in qualsiasi momento, perchè è soprattutto dentro di noi.




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