Perché parlare?





Perché parlare?

Il corpo straziato,
scheggiato di vapore grigio
lo conosciamo tutti.

L'acciaio che in morbide punte
chiude la gola
è sentire comune.

Il sudore dei pori
il gelo dei nervi,
soffocare nell'aria densa.

Nel passato e nel futuro
senza quel soffrire animalesco
voliamo, falsi come riflessi
sull'acqua scura.

Solo il presente,
prigione di fumoso tufo,
il corpo che si sgretola.
Solo questo sappiamo,
come istinto.

Solo questo possiamo.
Ma non dormire:
non si può pensare di fuggire.

Siamo insonni,
e bisogna pur passar la notte.






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