In qualsiasi strada
di qualsiasi città
il tramonto affoga troppo presto.
Strappano il cielo
nuvole ctonie, tinte
di ioduro di bromuro
di cianuro.
Un alito di vento arancione
trasporta l'odore dell'asfalto
nero che sfuma nella luce di un
lampione.
Che poi uno non può scoppiare a
piangere
senza ridere di sé stesso.
Non c'è ragione
di nulla.
Non c'è ragione
nei passi stanchi
dell'uomo zoppo,
gli occhi che domandano
perchè
la mano che cerca di raccogliere
una moneta dalla terra
morta.
Non c'è ragione
nello sguardo lontano
dei due vecchi che
scavano un solco nell'aria
polverosa
tenendosi la mano.
Non c'è ragione
nell'albero che spoglio bianco
di plastica di legno di fabbrica
solo
brilla nella piazza deserta.
Non c'è ragione
in alcuno
dei miei gesti, dei miei pensieri.
Il senso del mondo
dev'essere fuori di esso.
In qualsiasi strada
di qualsiasi città
le cose sono come sono: non c'è
ragione.
Che poi uno non può scoppiare a
piangere
senza ridere di sé stesso.
Non c'è ragione:
non è forse questa, la tragedia più
grande?